Voglio però fare una piccola premessa: se non siete mai andati in montagna e non avete mai affrontato una via ferrata, vi consiglio di rivolgervi ad una guida alpina o a qualcuno di esperto prima di intraprendere questo genere di escursioni perché basta una piccola disattenzione per ritrovarsi in situazioni molto spiacevoli.
Questo sentiero attrezzato conta pochi metri di cavo e in certi punti è abbastanza esposto, è necessario superare dei massi abbastanza grandi dove il cavo non è presente, quindi prima di partire tenete in considerazione queste caratteristiche.
Difficoltà ferrata: facile
Esposizione: media
Dislivello ferrata: 600m
Dislivello totale: 800m
Durata: 6 ore
Avvicinamento
Potete raggiungere l'inizio della ferrata in diversi modi, ma il punto di inizio del percorso di avvicinamento è sempre uno: il rifugio Lusia. Potete raggiungerlo tramite gli impianti di risalita, in auto o a piedi. Sconsiglio di percorrere la strada sterrata in macchina perché le sue condizioni non sono proprio ottimali (a meno che non abbiate un fuoristrada o un'automobile "da battaglia").
Noi abbiamo preferito prendere gli impianti di risalita e fermarci alla fine del primo tronco (Valbona, 1820m), dopodiché abbiamo raggiunto una piccola malga e superata abbiamo svoltato a sinistra, costeggiando il recinto degli animali, addentrandoci poi nel bosco. Dopo circa 45 minuti si arriva al rifugio Lusia senza troppa fatica.
Dal rifugio si prosegue seguendo le indicazioni per i Laghi Lusia e si attraversano le piste da scii, che ora sono dei bellissimi e verdi prati destinati all'alpeggio. La passeggiata seguendo il sentiero è gradevole, ma noi abbiamo accidentalmente tagliato il sentiero (non lo avevamo visto tra l'erba) procedendo dritti in salita e devo dire che la salita si è fatta sentire. Arrivati alla Baita di Lastè si apre un panorama spettacolare: si possono ammirare il Catinaccio, il Latemar e il Lagorai. Procedendo sempre in direzione Laghi di Lusia si arriva finalmente alla Forcella Lusia, da dove possiamo vedere l'intero percorso che andremo ad affrontare. Qui il paesaggio è meraviglioso!
Dopo una breve pausa siamo scesi verso il primo lago, dove un cartello indica di procedere verso sinistra, dove dopo una breve salita troviamo la Forcella Cajerin (2366m) e l'attacco del nostro sentiero attrezzato. A questo punto sono passate circa 2 ore dall'inizio della nostra camminata.
Ferrata
Il sentiero attrezzato si sviluppa quasi tutto in cengia, per poi raggiungere la cima Gronton, il tutto seguendo dei camminamenti risalenti alla Prima Guerra Mondiale. Sin da subito affrontiamo un tratto abbastanza esposto ma per fortuna qui il cavo è presente; dopodiché dobbiamo salire dei massi di roccia vulcanica a cui è necessario fare attenzione... il percorso sembra quasi una scalinata e l'avanzamento si fa sentire sulle gambe. Arriviamo poi ad un brevissimo ponticello di legno che non dà alcun problema e proseguiamo, continuando ad incontrare i massi scuri. Ad un certo punto il sentiero inizia a scendere di qualche metro per poi risalire con una salita abbastanza ripida che ci porta in cresta. A questo punto non incontreremo più tratti attrezzati, perciò bisogna fare attenzione, soprattutto quando si raggiunge una cengia esposta e m
olto suggestiva. Ora manca davvero poco al raggiungimento della vetta seguendo il sentiero in cresta.
olto suggestiva. Ora manca davvero poco al raggiungimento della vetta seguendo il sentiero in cresta.
Dopo circa un'ora di cammino si giunge alla Cima Gronton (2617m), dalla quale si scende abbastanza velocemente, arrivando alla Forcella delle Bocche.
Ritorno
A questo punto, si prosegue in direzione dei laghi Lusia e li si costeggia. Arrivati al bivacco Redolf è possibile tornare al rifugio Lusia ripercorrendo la strada dell'avvicinamento oppure, come abbiamo fatto noi, è possibile arrivare alla Forcella Cajerin e scendere dall'altra parte, prima seguendo un sentiero abbastanza esposto, per poi arrivare al bosco, seguendo infine il "sentiero Natura", che porta al primo tronco degli impianti di risalita.
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